Bonus edilizia, CNA: Sbloccare l’acquisto dei crediti o dopo l’estate migliaia di ditte falliranno
Bonus edilizia, il blocco dell’acquisto dei crediti da parte delle banche continua e ora si comincia a paventare il peggio: dopo l’estate migliaia di ditte dell’edilizia e dell’impiantistica potrebbero fallire per mancanza di liquidità, pur con un portafoglio ordini pieno di lavori.
Secondo CNA, le piattaforme di acquisto crediti come Sìbonus sono un’opportunità ma non la soluzione per le ditte in quanto il mercato del credito, a causa dell’abbondanza dell’offerta, attualmente richiede a chi vuole cedere il proprio credito di effettuare in media sconti del 22%, annullando così il guadagno dell’impresa.
Mentre gli imprenditori del comparto casa si domandano se il disastro che sta causando il 110% fosse prevedibile e potesse essere evitato, CNA torna a chiedere al Governo di riattivare il mercato dei crediti.
Con il blocco delle cessioni infatti, le ditte che hanno fatto ai propri clienti lo sconto in fattura, accollandosi il loro credito, si trovano ora a bussare inutilmente alle porte delle banche per ottenere la liquidità indispensabile per lavorare.
«La situazione è oggettivamente preoccupante: conosco diverse realtà che non riescono a incassare i soldi e avere la liquidità necessaria per continuare a lavorare e a pagare fornitori e maestranze – afferma Michele Gazzola, presidente di CNA Edilizia -. Il superbonus doveva essere un’opportunità di rilancio del settore e del Paese nel nome della transizione ecologica e si sta rivelando una trappola per le nostre imprese.
Questa vicenda sta innescando una crisi di fiducia senza precedenti».
E infatti la corsa alle riqualificazioni edilizie si è fermata.
«Ci sono due problemi – spiega Francesco Pilotto, presidente di CNA Termoidraulica -: uno, se abbiamo già fatturato applicando lo sconto in fattura, siamo con i crediti in pancia senza riuscire a valorizzarli perché le banche non li comprano più e non abbiamo la liquidità necessaria per continuare a lavorare; due, si stanno fermando i cantieri perché i privati, non sapendo se potranno cedere il credito, fermano i lavori anche a pratiche avviate, ma noi abbiamo già acquistato e pagato i materiali per poter programmare le attività e adesso rischiamo di avere i magazzini pieni e di non rientrare più di quei costi. Va trovata al più presto una soluzione».
CNA sta lavorando assieme alle altre Associazioni di categoria per uscire da questa situazione.