Veneto

Lavoro in Veneto/Crescono le preoccupazioni per le possibili conseguenze della guerra e del caro prezzi

“Il mese di febbraio si è chiuso in Veneto con un aumento di oltre 10 mila posti di lavoro dipendente. I dati della Bussola mensile di Veneto Lavoro confermano il trend positivo riscontrato negli ultimi mesi.
I numeri sono però specchio fedele della situazione attuale nella quale aumentano le preoccupazioni sulle previsioni occupazionali per il 2022.
Non è ancora possibile capire quali effetti potranno avere sulle nostre aziende e sull’occupazione i forti rincari delle materie prime, dei costi energetici e dei carburanti uniti agli effetti della guerra in Ucraina e delle sanzioni comminate alla Russia”.

Così l’Assessore regionale al lavoro del Veneto Elena Donazzan commenta i dati emersi da La Bussola di Veneto Lavoro che riporta i dati sull’occupazione in Veneto dello scorso mese.

In aumento anche la domanda di lavoro: le assunzioni sono state complessivamente 42.000, il 2% in più rispetto al 2020 e il 38% in più sul 2021.
La crescita è trainata dal settore industriale e dai servizi, soprattutto da quei settori, quali turismo e commercio, che nell’analogo periodo del 2021 risultavano ancora penalizzati dalle restrizioni allora in vigore. In lieve calo l’agricoltura.

A livello territoriale saldo mensile positivo in tutte le province, con risultati migliori rispetto ai due anni precedenti.
L’unica eccezione è rappresentata da Belluno, che registra un saldo positivo di 235 posti di lavoro contro i +738 del 2021 e un calo delle assunzioni del 19%.
Il recupero maggiore si registra invece a Venezia, con un saldo di +2.686 posizioni lavorative dipendenti (erano +1.133 nel 2021) e un numero di assunzioni raddoppiato rispetto all’anno precedente.

“Assistiamo ad un risultato occupazionale superiore sia a quello registrato nel febbraio 2021 che nel 2020 in periodo pre-pandemico, ma va ricordato che questi dati non tengono ancora conto delle sospensioni annunciate da talune filiere produttive, in particolar modo quelle che si caratterizzano per lavorazioni energivore o per la trasformazione di materiali che scarseggiano sul mercato nazionale ed estero.
Il conflitto ucraino determinerà inoltre, direttamente ed indirettamente, delle ricadute occupazionali anche in Veneto” aggiunge Donazzan.

“La priorità dovrà essere quella di non vanificare la ripresa post-pandemica tanto attesa dopo il rimbalzo dei mesi scorsi che avevano dato come risultato dei dati positivi e in crescita – precisa ancora l’Assessore regionale.
Alla luce di un quadro così complesso risulta fondamentale il monitoraggio mensile da Veneto Lavoro sul mercato del lavoro nella nostra regione”.

“Con l’osservatorio del mercato del lavoro di Veneto Lavoro monitoreremo anche il ricorso alla cassa integrazione – conclude Elena Donazzan.
Si tratta di un indicatore di rallentamento della capacità produttiva: un’azienda prima di licenziare e, quindi, prima che un lavoratore da occupato diventi disoccupato, prova tutte le strade. Ciò non indica la situazione effettiva dell’azienda.
Di qui la necessità di analizzare puntualmente i dati delle sospensioni per capire meglio il quadro che ci troviamo di fronte”.

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