Recuperato senza vita il base jumper sotto il Monte Cimone
Si sono concluse poco dopo le 11.30 le operazioni di ricerca e recupero del base jumper scomparso ieri tra le Alpi Giulie orientali, sotto le pareti rocciose del Monte Cimone, sul versante meridionale.
Questa mattina alle prime luci è decollato l’elicottero della Protezione Civile con a bordo quattro soccorritori, due della stazione di Moggio Udinese del Soccorso Alpino e due della Guardia di Finanza di Sella Nevea.
I tecnici sono stati sbarcati in quota e si sono portati sulla linea verticale del punto in cui ieri c’era stato l’avvistamento di un presumibile paracadute all’interno di uno stretto canale, lungo cui i praticanti questa attività si lanciano.
Per raggiungere il punto i quattro soccorritori si sono legati e hanno affrontato tre calate in corda doppia nel vuoto fino a toccare il fondo del canale sassoso nel quale c’era il paracadutista, coperto dal suo paracadute.
La quota del ritrovamento è di 2050 metri, quindi circa trecento metri più sotto della cima del Monte Cimone, sotto la quale si presume si sia lanciato lo sportivo.
Ignota la causa dell’incidente: il paracadute di emergenza potrebbe essere stato aperto da lui oppure potrebbe essersi aperto al primo impatto con le rocce, per un errore di valutazione nel salto/ lancio.
La salma è stata recuperata dal canale con una delicatissima manovra del pilota dell’Elifriulia che ha usato il gancio baricentrico per una lunghezza di oltre settanta metri.
Non sono stati trovati i documenti dello sportivo, si sa che ha 35 anni, altre informazioni sono in mano alla Guardia di Finanza di Sella Nevea.
Da informazioni ufficiose sembra trattarsi di un cittadino australiano.