Veneto

Rinnovo contratto Sanità: per Cgil Veneto risultato importante che riguarda in regione oltre 50.000 lavoratori

Grande soddisfazione anche in Veneto per la firma della preintesa per il rinnovo del Contratto Nazionale del comporto sanità pubblica 2019-2021, avvenuta ieri a tarda sera da parte di tutte le Organizzazioni Sindacali rappresentative del comparto: FP CGIL – CISL FP – UIL FPL – FIALS – NURSIND – NURSING UP.

«Un risultato importante per i lavoratori – affermano Ivan Bernini e Sonia Todesco della FP CGIL Veneto – che finalmente vedranno riconosciuti sia gli incrementi contrattuali con i relativi arretrati, sia un nuovo sistema di classificazione più adatto a rispondere alla complessità delle nostre organizzazioni sanitarie».

Nel testo vengono regolamentati istituti importanti come il lavoro agile e il lavoro da remoto e previsto un nuovo sistema degli incarichi capace di riconoscere e valorizzare lavoratrici e lavoratori che operano in un sistema complesso come il Servizio Sanitario.

«La pre-intesa – proseguono i dirigenti sindacali – che diventerà Contratto esigibile solo dopo la sottoscrizione definitiva a seguito della certificazione degli organi di controllo e dei passaggi assembleari con i lavoratori, si applicherà in Veneto ad oltre 50.000 lavoratori e lavoratrici del comparto ai quali, ricordiamolo, va il ringraziamento per l’estremo sforzo che hanno sostenuto e continuano a sostenere per l’emergenza sanitaria».

Ivan Bernini e Sonia Todesco sottolineano come «a fronte di un risultato importante come la sottoscrizione di un Contratto Nazionale che porterà incrementi economici mensili parametrati sulle diverse aree fino ad un incremento massimo per il personale infermieristico che, tra aumento tabellare e indennità specifica, si attesta sui 170 euro mensili, rimangono diverse criticità purtroppo non risolvibili con il contratto nazionale.

Tra queste il problema della carenza di figure sanitarie, soprattutto infermieri, la necessità, in Veneto di incrementare le retribuzioni complessive fino al valore medio nazionale, attraverso risorse aggiuntive regionali».

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