Tragedia della Marmolada: salgono a 20 i dispersi tra cui numerosi veneti. Indagini sulle auto lasciate a Malga Ciapela e Passo Fedaia/video della valanga
Dopo le piogge notturne, sono riprese questa mattina le ricerche delle persone date per disperse a causa della colata di neve, ghiaccio e roccia che ieri alle 13:45 si è abbattuta sul ghiacciaio sottostante e li ha investiti mentre procedevano lungo la via normale per salire a Punta Penia, in cima alla Marmolada.
Il numero delle vittime è destinato ad aumentare. Per ora sono stati recuperati 6 morti, 10 feriti e salgono a 20 i dispersi.
L’area sotto la cima del ghiacciaio resta a rischio e le ricerche sono ricominciate, questa mattina, con l’utilizzo dei droni dei vigili del fuoco. Per inviare le squadre a terra, sarà necessario attendere le verifiche di staticità da parte degli esperti.
Come anticipato, i soccorritori hanno finora recuperato sei cadaveri.
Identificate finora quattro delle sei vittime: si tratta di tre cittadini italiani, il quarto è di nazionalità ceca.
Restano da identificare un uomo e una donna. Fra i dispersi ci sono sicuramente italiani, tedeschi e cechi, e probabilmente anche romeni.
Secondo quanto riferito da fonti ufficiose, tra i dispersi vi sarebbero persone residenti nel vicino Bellunese o da diverse province del Veneto.
Le vittime sono tutte al Palaghiaccio di Canazei, dove è stata allestita la camera ardente e dove i parenti, in mattinata, inizieranno il doloroso rito dei riconoscimenti.
Sono previsti degli accertamenti attraverso il Dna: si incroceranno i dati genetici dei resti ritrovati con quelli dei familiari e dei parenti.
A Passo Fedaia sarebbero rimaste sedici macchine: quelle dei morti, dei feriti, dei dispersi. Oggi controlli anche sulle vetture non ritirate a Malga Ciapela, dove parte la funivia della Marmolada.
Le cordate travolte sarebbero state due, entrambe accompagnate da una rispettiva guida alpina
A Canazei è stato allestito il quartier generale delle operazioni ed è stato istituito un numero 0461.495272 per segnalare persone che non sono tornate a casa.