Treni e linee ferroviarie in FVG/Tanti nodi da sciogliere per la Regione
Sono numerosi i nodi sul trasporto ferroviario a cui la Regione FVG è chiamata a dare soluzione per problemi che ormai si trascinano da anni.
Una regione interessata dal corridoio che porta ai valichi confinari di Tarvisio e Opicina, assieme all’importante hub del porto di Trieste e allo scalo intermodale di Cervignano.
Regione ora chiamata anche a dare un proprio parere sull’adeguamento della Venezia Trieste, con la strozzatura di Latisana e il Carso.
Su tutto questo incombe la direttiva europea che chiede all’Italia di portare entro breve al 30% le merci trasportate via ferrovia (attualmente siamo al 15%).
L’attenzione al trasporto ferroviario in regione deve fare i conti anche con:
- il nodo di Udine e l’attraversamento dalla stazione a Bivio Vat
- l’elettrificazione della Portogruaro-Casarsa;
- il completo ripristino della linea turistica Sacile-Gemona.
Ora all’attenzione del mondo politico regionale arriva anche la richiesta di riattivazione della dismessa Pinzano-Casarsa.
La linea in questione è stata chiusa nel 1967 ma è quasi interamente armata.
Il suo sedime è stato acquistato dalla regione Friuli Venezia Giulia che vuole convertire la tratta in pista ciclabile, eliminando in questo modo la possibilità di dare risposta sia sul trasporto merci che sulla mobilità pendolare da e per Pordenone, Udine, Trieste ed il vicino Veneto.
Non dimentichiamo che la linea svolgerebbe un importante ruolo a livello di mobilità locale per lo spostamento dei pendolari che quotidianamente usano il servizio autobus o l’auto propria.
Il servizio ferroviario invece rappresenterebbe la soluzione ottimale per potenziare l’intermodalità, con il sistema a “pettine”, con il servizio bus che collegherebbe le varie stazioni con le località più remote.
In passato alcuni comitati hanno presentato un progetto di ripristino come servizio commerciale che purtroppo è rimasto nel cassetto per mancanza di volontà politica regionale.
Non dimentichiamo che la linea Pinzano Casarsa è in simbiosi con la Sacile Gemona, anzi, in origine è nata come collegamento da Casarsa a Gemona.
RFI ha in programma due step entro quest’anno per arrivare all’apertura della linea da Sacile a Pinzano e all’apertura totale sino a Gemona entro il 2023.
Un’altra cosa molto importante è il ritorno del treno storico lungo questa bellissima tratta ferroviaria che causa pandemia era stato sospeso.
Altra questione, quella turistica.
La Sacile Gemona, ferrovia turistica inserita nella legge 128/2017, fa parte anche di “Binari senza tempo” di Fondazione FS, quindi si può immaginare come la linea Pinzano Casarsa, assieme alla Sacile Gemona, siano da considerarsi parte integrante dello sviluppo di servizi turistici e se la politica regionale avesse volontà di guardare avanti, nello sviluppo della mobilità e del turismo, potrebbe richiedere per la Pinzano Casarsa l’inserimento nella lista delle ferrovie turistiche.
Ma per la Pinzano-Casarsa la regione Friuli ha in serbo un altro destino: una pista ciclabile imitando l’esempio della Treviso-Ostiglia.
Di diverso avviso SLM FAST CONFSAL sindacato. per la mobilità ferroviaria e per le ferrovie turistiche storiche che chiede che la ciclabile potrebbe nascere a ridosso della linea ferroviaria (vedi esempi in Austria e Svizzera) e lungo l’itinerario avere punti di interconnessione con le stazioni, sviluppando l’integrazione treno+bici, quindi mobilità dolce e ricadute positive sui territori attraversati in termini economici, sociali e culturali.
Il sindacato chiede di non ripetere gli errori del passato perché perdere un’infrastruttura ferroviaria significa isolamento per le aree interne.
Molte linee chiuse o smantellate oggi, sarebbero delle valide soluzioni per la mobilità delle persone, per il trasporto delle merci, oltre a servizi turistici perché attraversano paesaggi e ambienti di straordinaria bellezza e sviluppano quell’economia locale che permette di far vivere meglio le persone nei loro territori, nella loro vita quotidiana e nelle loro attività.