Treviso

Aziende “Apri e Chiudi”: GdF Treviso sequestra laboratorio tessile a Morgano. In 13 anni non versati al fisco 2,6 milioni di euro

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno sequestrato un laboratorio tessile, del valore commerciale di circa 100.000 euro, gestito in condizioni di degrado e con diversi fattori di pericolo per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Durante l’intervento, i finanzieri del Gruppo di Treviso hanno anche posto i sigilli a 30 metri cubi di scarti tessili e a 21 macchinari per la lavorazione dei capi d’abbigliamento, tra cui macchine da cucire, banchi da stiro e da lavoro, una pressa per bottoni.

Il laboratorio di 300 metri quadri, nel comune di Morgano, era privo di ventilazione e uscite di sicurezza, carente dei più basilari requisiti igienico-sanitari e delle misure di sicurezza.
Tra le irregolarità anche l’assenza di illuminazione considerato che tutte le finestre del laboratorio erano state oscurate con dei teli, per non mostrare che era attivo anche in ore notturne.
L’amministratore della ditta, uno straniero che operava sulla base di commesse ricevute da imprese locali, è stato denunciato, per la violazione delle norme sulla prevenzione dei rischi nei luoghi di lavoro e per aver realizzato, all’esterno e all’interno dell’area produttiva, un deposito incontrollato di rifiuti speciali.

Il sequestro d’urgenza, eseguito con il supporto del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Treviso, dello S.P.I.S.A.L. – ULSS 2 Marca Trevigiana, dell’A.R.P.A.V. di Treviso, del personale tecnico del comune interessato e del Comando Intercomunale della Polizia Locale di Istrana e Morgano, è stato convalidato dal Tribunale di Treviso.

La ricostruzione delle aziende che nel tempo hanno gestito il laboratorio tessile, con un volume d’affari medio di circa 500 mila euro, ha permesso peraltro di verificare che, prima dell’attuale ditta, costituita nell’agosto 2022, a occuparsi delle produzioni tessili sono state altre nove imprese, le quali, a partire dal 2009, si sono succedute in media ogni 1 o 2 anni, dopo aver maturato rilevanti debiti con il Fisco.

Si tratta di vere e proprie imprese “Apri e chiudi” che, dopo essere divenute insolventi con il Fisco, hanno trasferito personale e macchinari in una nuova impresa costituita “ad hoc”, che ha continuato a operare sempre nello stesso posto, con gli stessi clienti e fornitori, cambiando solo nome e partita IVA.

Emblematica la circostanza che le aziende, tutte gestite da cittadini stranieri, abbiano accumulato, in 13 anni, debiti con l’Erario per oltre 2,6 milioni di euro.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio