Nel Duomo di Oderzo i funerali congiunti di Barbara e Eralda. Le famiglie attendono il nullaosta
“Chiedo a chi voleva bene a mia figlia di stare vicino non solo a noi ma tutti i ragazzi coinvolti e ai loro genitori: questa tragedia ha distrutto non due ma otto famiglie”.
Nonostante il dolore senza fine per la perdita, a soli 17 anni, della sua unica figlia, Gabriella, la mamma di Barbara Brotto, una delle due giovani che hanno perso la vita nell’ennesima strage sulla strada di sabato notte, a Gorgo al Monticano, trova la forza di parlare e di rivolgere un pensiero a chi sta ancora combattendo per sopravvivere e chi è rimasto con un macigno sulla coscienza di cui porterà per sempre il peso.
Non è facile, per la mamma, perché per lei la “sua” Barbara era tutto e adesso c’è solo vuoto e disperazione. “Era una ragazza solare, educata e particolarmente premurosa nei miei confronti: soffro di alcune allergie e lei, quando andavamo a mangiare fuori, chiedeva sempre, per me, gli ingredienti delle pietanze, solo per citare un esempio della sua sensibilità. Con lei ho perso tutto” la piange mamma Gabriella, che viveva con la figlia in una casa Ater di Rustighè di Oderzo.
E’ proprio per non gravare economicamente sulla madre, operaia in una cooperativa, che la ragazza aveva deciso di lasciare temporaneamente la scuola per diventare operatrice socio-sanitaria, all’istituto Obici di Oderzo, e aveva trovato lavoro alla pizzeria Da Beppo a Motta di Livenza. “Voleva mettersi da parte i soldini per prendere la patente e pensava di riprendere in un secondo tempo gli studi. La scuola e le amicizie le mancavano tanto, anche perché era brava, le piaceva scrivere, soprattutto lettere che mandava a me e agli zii, e aveva una passione sfrenata per il disegno, il suo sogno nel cassetto era quello di diventare un giorno una tatuatrice” prosegue la signora Gabriella, che ci tiene anche a sottolineare come, con un estremo atto di generosità, la figlia abbia donato gli organi.
Gabriella non si sbilancia sulla dinamica e le responsabilità dell’incidente che, oltre alla Bmw su cui era trasportata la figlia schiantatasi contro il platano, vede coinvolta anche la Volkswagen Polo dove viaggiavano altri quattro amici: la donna per essere assistita, si è affidata a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e all’avvocato penalista del Foro di Treviso Andrea Piccoli, che la seguiranno tutto l’iter a cominciare dagli accertamenti tecnici che disporrà la Procura della Marca.
Una cosa però la mamma di Barbara, con una forza d’animo non da tutti, tiene a dirla: “auguro con tutto il mio cuore ai due ragazzi che stanno lottando tra la vita e la morte all’ospedale di farcela, prego che il bilancio di questo dramma non diventi ancora più pesante”. E intende anche “alleggerire” la pressione sui genitori del conducente della Bmw schiantatasi contro l’albero, finiti nel “tritacarne mediatico” per aver dato in mano ad un diciannovenne una vettura così potente. “Oggi, nella realtà, tutte le auto possono raggiungere velocità elevate ma nel “male” la Bmw, quantomeno, è una macchina più solida: se ci fosse stata un’utilitaria al suo posto a quest’ora con ogni probabilità staremmo piangendo non due ma quattro giovani vite”. “Adesso – conclude – chiedo riserbo e rispetto per il mio dolore, e invito tutti coloro che volevano bene a Barbara ad essere vicini non solo alla nostra ma a tutte le otto famiglie che sono in qualche modo coinvolte e che soffrono per questa enorme tragedia”.
La mamma ora è in attesa del nulla osta da parte dell’autorità giudiziaria per poter fissare la data dei funerali, che si terranno assieme a quelli dell’amica deceduta con Barbara, Eralda Sphaillari, presso il duomo di Oderzo.