Siccità: in Veneto a febbraio solo 3 mm di pioggia anzichè 60mm di media

In Veneto a febbraio sono mediamente caduti 3 millimetri di pioggia; la media del periodo 1994-2022 è di 60 mm (mediana 48 mm).
Gli apporti meteorici mensili sul territorio regionale sono pressoché nulli (-96%) e sono stimabili in circa 46 milioni di m3 di acqua.
Apporti simili erano stati misurati nel 1997 (4 mm), 2000 (6 mm), 2003 (7 mm) e nel 2020 (7 mm).
Inoltre, negli anni 1998, 1999, 2001, 2005 e 2012 erano stati misurati apporti inferiori a 20 mm.
Per quanto riguarda le minime precipitazioni, si segnala che circa il 35 % delle stazioni di ARPAV hanno rilevato piogge nulle o inferiori ad 1 mm.
Tali minimi si localizzano principalmente sulla Pianura centrale e sulle Alpi centrali.

A livello di bacino idrografico (solo parte Veneta), rispetto alla media 1994-2021, sono state riscontrate ovunque condizioni di elevato deficit pluviometrico variabili tra il -90% del Po e il -98% di Adige, Lemene, Pianura tra Livenza e Piave, Sile e Tagliamento.
Nell’anno idrologico 2022-23 sono caduti sul Veneto, nei cinque mesi tra Ottobre e Febbraio, mediamente 307 mm di precipitazioni; la media del periodo 1994-2022 è di 446 mm (mediana 409 mm).

Gli apporti del periodo sono inferiori alla media (-31%) e sono stimati in circa 5650 milioni di m3 di acqua.

A livello di bacino idrografico (solo parte Veneta), rispetto alla media 1994-2022, sono state riscontrate condizioni:
di elevato deficit pluviometrico:
sul Piave (-46%), sul Livenza (-38%), sul Lemene (-34%) e sul Brenta (-33%);
di deficit pluviometrico:
sul Tagliamento (-29%), sull’Adige (-28%), sulla Pianura tra Livenza e Piave (-25%), sul Sile (-24%) e sul Bacino Scolante (-20%);
di leggero deficit pluviometrico:
sul Po (-13%) e sul Fissero-Tartaro-Canal-Bianco (-9%).
Considerato il deficit pluviometrico già accumulato dall’inizio dell’anno idrologico (-138 mm), per riequilibrare il bilancio già nel mese di marzo 2023 sarebbero necessari, come dato medio sul Veneto, circa 200 mm (considerando 65 mm la media storica di marzo 1994-2022).
Il mese di febbraio è stato in generale mite e secco a tutte le quote.
La temperatura media è risultata ben oltre la norma (scarto +2,6° C rispetto alla media) e prossima allo 90° percentile. Particolarmente calda la seconda decade del mese (scarto +8°C rispetto alla media) che è stata in assoluto preceduta solo dalla seconda del febbraio 1998 (serie storica 1990-2022).
Dal 12 al 22 febbraio i valori medi giornalieri sono stati sempre oltre il 90° percentile (evento raro). Queste temperature hanno determinato la fusione del manto nevoso lungo i versanti al sole fino in alta quota.
Il periodo più freddo del mese è stato il 6-9 febbraio.
Le precipitazioni sono state quasi assenti e pari a 5-15 cm di neve fresca nelle Dolomiti (deboli nevicate il 3,6,25 e 26) e 5-10 cm nelle Prealpi.
Dal 1 di ottobre alla fine di febbraio, il deficit di precipitazione nevosa è del 32% nelle Dolomiti, pari a circa 115 cm di neve fresca e del 20% nelle Prealpi a 1600 m pari a 50 cm di neve fresca.
Il volume complessivamente invasato nei principali serbatoi del Piave, dopo un andamento in calo, mostra volumi stazionari nell’ultima quindicina: al 28 febbraio il volume totale si assesta sui 99.2 Mm3 (-12.8 Mm3 da fine gennaio), pari al 59% del volume massimo invasabile, valore poco sopra la media del periodo (+15%, pari a +12.8 Mm3), poco sotto il 70° percentile della serie storica, valore più del doppio rispetto al minimo storico (2006) e superiore al 2022 (+17.8 Mm3), ma inferiore al 2021 (-12.7 Mm3); rispetto ad alcuni anni critici, è superiore al 2007 e, soprattutto, al 2012, ma inferiore al 2017.
Relativamente ai tre principali serbatoi del Piave:
- Pieve di Cadore stazionario su valori assai bassi da novembre (30% del volume massimo invasabile, -36% sulla media storica, volume
comunque più del doppio rispetto a 2002 (minimo storico) e 2012; - Santa Croce in deciso calo dal 1° febbraio, con un volume, al giorno 28, pari al 74% di riempimento (+37% sulla media storica,
valore che si pone intorno all’80° percentile); - Mis, dopo il calo della prima quindicina, in forte crescita, e al giorno 28 è al 61% del volume massimo invasabile (+19% sulla media
storica).
L’assenza di precipitazioni degne di nota dal 25 gennaio ha interrotto quei deboli o localmente significativi processi di ricarica delle falde iniziati con dicembre.
La situazione di scarsità della risorsa idrica è diffusa su tutta l’alta pianura, in netto peggioramento nell’ultimo mese, con livelli inferiori o simili ai minimi assoluti registrati a febbraio negli ultimi 20 anni e con un trend in ulteriore peggioramento.
Per arrivare a primavera-estate con i livelli consueti per il periodo serviranno precipitazioni primaverili ben superiori alla media.