Giornata di soccorsi sulle Dolomiti: 40enne caduta dal Bus del Diaol, ragazzi recuperati sul Paterno e 72enne trevigiano colto da malore
Attorno alle 10.40 Falco 2 è decollato in direzione dei Monti del Sole, dove un’alpinista era caduta percorrendo il primo tratto della via normale al Bus del Diaol, al confine tra Sedico e Sospirolo. Mentre la 40enne di Bassano del Grappa stava salendo prima di cordata su un passaggio di 4° tiro, si erano smossi dei sassi e lei era volata una decina di metri, trattenuta dal compagno con la corda. Raggiunto il luogo dell’incidente a 1.900 metri di quota, è stato calato il tecnico di elisoccorso, seguito poi da medico e infermiera, che hanno subito prestato le prime cure all’infortunata, che manifestava un sospetto grave politrauma. Caricata in barella, l’alpinista è stata issata a bordo con un verricello di 30 metri e trasportata in un punto agevole per proseguire con le manovre sanitarie. Nel frattempo il tecnico di elisoccorso ha recuperato il materiale e con il compagno si è calato una quarantina di metri fino a recuperare lo zaino dei due all’attacco della via. Entrambi sono poi stati imbarcati da Falco 2. La donna è stata trasportata all’ospedale di Treviso.
Contemporaneamente l’eliambulanza è volata sulla Forcella del Col di Luna a Gosaldo, per un 72enne di Povegliano (TV), colto da malore.
L’uomo, che stava camminando assieme alla moglie e ad altre due persone è stato caricato a bordo e accompagnato all’ospedale di Belluno per gli approfondimenti del caso.
Ieri sera verso le 21 il Soccorso alpino di Auronzo è stato attivato dalla Centrale del 118, su richiesta di due escursionisti inglesi bloccati sulla Forcella del Camoscio.
I due ragazzi di 25 e 21 anni, erano scesi dalla cima del Paterno, stanchi ed affaticati. Ormai buio e senza pile per illuminarsi il cammino, erano stati costretti a fermarsi.
Una squadra ha raggiunto in jeep il Rifugio Lavaredo per poi proseguire a piedi superando le gallerie e la Ferrata.
Una volta dai due, che erano dotati di imbrago, i soccorritori li hanno assicurati in corda corta per superare il tratto più esposto.
Ritornati al fuoristrada, li hanno accompagnati alla loro auto al parcheggio del Rifugio Auronzo.