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Lavoro in Veneto/segnali contrastanti dal mercato del lavoro in agosto

Nei primi otto mesi del 2023 il bilancio del mercato del lavoro dipendente privato in Veneto è positivo per +81.000 posizioni di lavoro confermando la complessiva crescita occupazionale già evidenziata nella parte iniziale dell’anno ma che, a partire dal mese di maggio, ha mostrato un progressivo rallentamento. Il volume complessivo delle assunzioni effettuate nel periodo gennaio-agosto 2023 si mantiene elevato, superiore ai livelli registrati nel 2019 (+6%) e poco al di sopra di quelli rilevati nel 2022 (+0,4%).
L’andamento delle cessazioni mostra un sostanziale assestamento sui livelli dell’anno precedente risultando di pochissimo inferiore (-0,4%) ai valori marcati che hanno contraddistinto il 2022.
Nel mese di agosto, il saldo – come sempre negativo in questo periodo dell’anno e soggetto alle oscillazioni legate alle diverse cadenze stagionali – è pari a -4.300 unità e si attesta su valori peggiori di quelli registrati nel 2022 (-1.300), ma migliori rispetto alla medesima mensilità del 2019. Le nuove assunzioni (34.700) risultano in crescita se confrontate con il 2019 (+4%), ma sono in significativo ridimensionamento rispetto al 2022 (-6%); le cessazioni (39.000) aumentano del +2% sullo stesso periodo dell’anno precedente (tab. 1).

Il tempo indeterminato, per il quale si registra un saldo complessivo del periodo gennaio-agosto (+26.400 posizioni di lavoro) migliore di quello osservato nel 2022, mostra un incremento che va ricondotto, oltre che ad una riduzione delle cessazioni (-3% sull’anno precedente), al rafforzamento delle trasformazioni contrattuali (+2%) che compensa la leggera flessione dei nuovi reclutamenti (-1%).
Il bilancio del tempo determinato (+53.500) si attesta poco al di sotto di quello rilevato nel medesimo periodo dell’anno precedente (ma risulta ancora nettamente superiore ai livelli prepandemici).
A fronte di un leggero incremento sia delle assunzioni che delle cessazioni (in entrambi i casi poco al di sopra dell’1%) ad incidere è l’aumento delle trasformazioni a tempo indeterminato. Per quanto riguarda, nello specifico, gli andamenti osservati nel mese di agosto, il saldo delle posizioni di lavoro in essere a tempo indeterminato continua ad essere di pochissimo positivo (+80 unità) mostrando però un significativo ridimensionamento rispetto a quello registrato nello stesso mese del 2022 (+830).
Tale risultato è riconducibile ad una contestuale riduzione delle assunzioni (-6%) e delle trasformazioni (-2%), oltre che alla crescita delle cessazioni (+3%). Nel caso del tempo determinato il saldo è invece negativo per -3.200 posizioni di lavoro; un bilancio peggiore di quello registrato nello stesso mese del 2022, ma migliore rispetto ai livelli prepandemici.
Ad incidere, in questo caso, è soprattutto la flessione registrata per le assunzioni, in calo del -7% rispetto all’anno precedente.
Le dinamiche osservate relativamente ai rapporti di lavoro in apprendistato, mostrano un bilancio complessivo delle posizioni di lavoro in essere nel periodo gennaio- agosto, pur positivo per +1.200 posizioni di lavoro, ancora in leggera riduzione rispetto allo stesso periodo del 2022. Nel mese di agosto si registra un saldo negativo di -1.200 posizioni di lavoro (in linea con l’anno precedente) determinato da una riduzione delle assunzioni (-5%), una crescita modesta delle conferme a tempo indeterminato (+2%) ed un calo delle cessazioni del -7% (tab. 2 e graf. 1).

Il bilancio dei primi otto mesi del 2023 è positivo e continua a mantenersi al di sopra di quello del 2022 in quasi tutte le province del Veneto. Fanno eccezione le province di Rovigo e Treviso dove si registra un saldo (pur positivo) leggermente al di sotto di quello dell’anno precedente. Il territorio di Venezia si contraddistingue, invece, per il maggior incremento occupazionale rispetto all’anno precedente, ma anche per un rafforzamento della domanda di lavoro che si mantiene elevato (+6% rispetto al medesimo periodo del 2022 (tab. 6 e graf. 2). Nel mese di agosto spicca la contrazione delle posizioni di lavoro in essere nei territori di Treviso (-1.500) e Vicenza (-1.200), mostrando un saldo peggiore di quello osservato nella medesima mensilità del 2022, tuttavia non lontano dai livelli del periodo prepandemico. In provincia di Treviso, il calo delle posizioni di lavoro è accompagnato da una marcata riduzione delle assunzioni (-24% rispetto ad agosto 2022) riconducibile in buona parte alla diversa cadenza dei reclutamenti nel settore agricolo per le attività di raccolta. L’unico territorio a registrare un saldo leggermente positivo nel mese di agosto è quello di Verona (+185); il volume delle assunzioni mostra, invece, un incremento nelle province di Padova (+6%) e Rovigo (+3).

Dal punto di vista settoriale, i dati riferiti ai primi otto mesi dell’anno mostrano per il settore primario un bilancio positivo ed in leggera crescita rispetto al medesimo periodo del 2022: il saldo complessivo è pari a +10.700 posizioni di lavoro (+10.300 nel 2022); le assunzioni – complice una diversa modulazione della stagionalità rispetto all’anno precedente, oltre le dichiarate difficoltà di reperimento di manodopera – risultano invece in leggera contrazione (-2%). Il bilancio registrato per il comparto industriale si conferma positivo (+9.100 posizioni di lavoro), ma risulta in significativo ridimensionamento sia rispetto ai valori particolarmente elevati registrati nell’anno precedente (+14.300), sia nel confronto con i livelli prepandemici del 2019 (+12.100).

Laddove ancora positivo, il saldo rilevato nei singoli comparti occupazionali mostra una flessione rispetto ai valori registrati nello stesso periodo del 2022: un rallentamento importante si registra nell’industria metalmeccanica (soprattutto nelle produzioni metalliche) e nelle “altre industrie” (specialmente in quelle della chimica-plastica). Il volume complessivo delle assunzioni nel settore industriale mostra una riduzione del -6% rispetto allo stesso periodo del 2022, tuttavia continua a mantenersi ancora al di sopra dei livelli raggiunti nel 2019. La contrazione osservata interessa soprattutto alcuni comparti del metalmeccanico (in particolare macchine elettriche e mezzi di trasporto), le industrie della chimica-plastica ed alcuni ambiti del made in Italy (industria conciaria, legno mobilio, calzature ed occhialeria). Nel terziario il saldo del periodo si conferma invece ampiamente positivo, migliore rispetto all’anno precedente, ed ancora sostenuto da un nuovo rafforzamento delle assunzioni (+3%). Il bilancio occupazionale dei primi otto mesi del 2023 è positivo per +61.200 posizioni di lavoro, trainato delle buone performance del settore turistico e dal commercio al dettaglio dove si registra una crescita sia delle assunzioni che delle posizioni di lavoro in essere. Segnali di flessione si registrano invece nell’ambito dei trasporti e magazzinaggio e nei servizi informatici

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