Altre 5 nuove Pietre d’inciampo a Pordenone nella Giornata della Memoria

In totale, con quelle posate quest’oggi, sono 29 le “pietre” finora collocate a Pordenone, oltre a quelle presenti nell’intera provincia che ammontano a 87. Tutti i quartieri ne sono stati toccati, poiché i rastrellamenti ad opera dei nazi-fascisti sono avvenuti in ogni parte della città di Pordenone.
Il progetto si inserisce all’interno delle celebrazioni del Giorno della Memoria, che ricorda la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz avvenuta il 27 gennaio 1945, di cui il Comune di Pordenone è promotore.
A seguire tale iniziativa ci sono gli studenti di vari indirizzi del Liceo Leopardi Majorana che, assieme ai loro insegnanti, conducono instancabilmente e con passione approfondite ricerche presso l’Archivio storico e l’Anagrafe comunali, ricostruendo le vicende dei deportati. Si pensi che dal 2020 ad oggi sono stati coinvolti in questo progetto 100 ragazzi, oggi seguiti da 7 insegnanti.
Le 5 pietre che si sono aggiunte quest’oggi all’itinerario della memoria cittadina hanno ricordato Alfredo Venerus (classe 1896, arrestato il 30 settembre 1944, deportato nei campi di sterminio di Dachau e Neuengamme, poi liberato ma morto a Bassun il 23 giugno 1945) in piazza della Motta, Giuseppe Iovine (nato nel 1902, militare deportato l’11 settembre 1943 nel campo di prigionia di Limburg an der Lahn e assassinato il 29 aprile 1944) in via Santa Caterina, Attilio Furlan (nato nel 1912, arrestato il 19 novembre 1944, deportato il 16 dicembre 1944 nel campo di sterminio di Flossenbürg e lì assassinato) in via Dogana Vecchia, Vittorio Cescut (classe 1920, deportato in Serbia il 10 agosto 1944) in via Burida e Aldo Stella (anch’egli nato nel 1920, deportato in Germania a settembre del 1943) in via Gere. Di questi ultimi due non si conosce la sorte.
Parallelamente a questa iniziativa prosegue il progetto Adotta una Pietra, rivolto agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado, allo scopo di favorire la conoscenza delle Pietre d’inciampo già posate in città dal 2020 ad oggi, sensibilizzando alla cura di quello che è a tutti gli effetti un “monumento diffuso” e alla scoperta delle vite di coloro che furono vittime della violenza nazi-fascista.