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Presentato studio su potenzialità turismo fluviale lungo la litoranea veneta

“Grazie ad un contributo ottenuto dall’Unione Europea di oltre 500 mila euro, pari al 50% dell’importo complessivo, abbiamo avuto l’occasione di dare avvio alla progettazione del potenziamento della Litoranea Veneta. Oggi presentiamo questi dati a sindaci e rappresentanti del territorio per avviare un confronto costruttivo perché la valorizzazione di questa idrovia possa diventare una opportunità per l’ampliamento della stagione turistica, attraverso una forma di turismo davvero originale”.

Così la Vicepresidente della Regione Veneto Elisa De Berti è intervenuta questa mattina a Venezia, in occasione della presentazione dei risultati di un progetto di analisi svolto dall’Università Ca’ Foscari, sulla base di un accordo di collaborazione sottoscritto con Infrastrutture Venete, in tema di turismo fluviale lungo la Litoranea Veneta.

La Litoranea Veneta è lunga 127 km, di cui 68,5 in Veneto e 58,5 in Friuli Venezia Giulia, consente di collegare la laguna di Venezia alla laguna di Marano e Grado. Storicamente era già attiva nel Medioevo ma lo sviluppo più noto, anche dal punto di vista della costruzione, è stato durante la Grande Guerra ai fini della logistica militare.

Infrastrutture Venete si occupa della gestione, della manutenzione ordinaria e straordinaria, dei nuovi investimenti e della sicurezza della navigazione interna della nostra regione, su una rete navigabile di 500 km, caratterizzata dalla presenza di 25 conche di navigazione, di cui 16 completamente automatizzate, la cui movimentazione avviene da una control room sita a Cavanella d’Adige.
Nel corso del 2023 altre 6 conche saranno controllate da remoto.

Questa mattina, presenti numerosi sindaci del litorale, alcuni consiglieri regionali e i rappresentanti di settore.

Il professor Nicola Camatti del Dipartimento di Economia dell’Università Cà Foscari Venezia, ha fornito i dati utili per attivare la progettazione di riqualificazione della Litoranea Veneta con un approccio data-driven, individuando tra l’altro l’identikit del potenziale utilizzatore. I dati analizzati evidenziando le grandi potenzialità di sviluppo territoriale che potrebbe avere l’area litoranea, anche, ma non solo, fuori dalla stagionalità balneare, con un potenziamento delle infrastrutture legate al turismo fluviale.

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