Scivola sulla pista da ballo: condannata Casa di Caccia
“Casa di Caccia” condannata anche in appello, ma non è ancora finita la battaglia della oggi 66enne mestrina scivolata e fratturatasi un polso e un piede sulla pista da ballo della nota discoteca nel Trevigiano resa una “saponetta” dai cocktail versati dagli avventori e colpevolmente non ripulita per tempo dagli addetti.
La società che allora gestiva il noto locale notturno di Monastier è stata messa in liquidazione e proprio all’indomani della sentenza è stata pure cancellata.
Studio 3A, a cui si è rivolta la 66enne mestrina, dovrà ora intraprendere anche un’azione “fallimentare” per recuperare gli oltre 40mila euro di risarcimento stabiliti in ben due gradi di giudizio, che però di fatto sfiorano i 60mila euro contando anche le ulteriori rivalutazioni e le spese legali.
L’infortunio risale a oltre dieci anni fa, è avvenuto nel 2012.
Per essere assistita la donna si è affidata a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha tentato di tutto per trovare un accordo stragiudiziale con la società che allora gestiva il locale, la Gicar s.r.l. della famiglia Venerandi, la quale però ha frapposto un muro.
Certi delle proprie ragioni, è iniziata una causa avanti il tribunale civile di Treviso.
Nonostante la condanna su tutta la linea, però, Gicar, attraverso il proprio legale, ha pure appellato il verdetto di primo grado, costringendo la danneggiata ad un ulteriore grado di giudizio, sempre con il sostegno di Studio3A.
Alla fine, il giudice ha confermato la sentenza di primo grado, Casa di Caccia dovrà sborsare anche gli interessi, essendo trascorsi altri tre anni, e spese legali essendo stata condannata anche a rifondere alla controparte tutte le spese di lite del secondo grado, per una cifra complessiva che sfiora i 60mila euro.
Nel corso di questo decennio Gicar è stata messa in liquidazione con in capo un pesante passivo e proprio all’indomani della sentenza d’appello è stata pure cancellata dal Registro Imprese della Camera di Commercio non avendo presentato il bilancio negli ultimi tre anni. Adesso quindi bisognerà pure procedere con un’istanza di fallimento e con l’insinuazione nel passivo, ma con buone speranze di poter finalmente recuperare quanto dovuto considerato che la famosa discoteca è gestita sempre dalle stesse persone e dalla stessa famiglia, sia pur attraverso assetti societari diversi.