Sgominata banda di albanesi dedita al traffico di cocaina per un valore di 34 milioni di euro. La mente criminale, un 54enne albanese residente a Ponte di Piave
Nelle prime ore del mattino, oltre 100 agenti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Padova e dello SCICO, unità cinofile, il supporto aereo di due elicotteri, hanno dato esecuzione a due ordinanze del GIP che ha disposto 14 arresti, 5 domiciliari, di cui uno residente in Germania. Tre degli indagati sono stati catturati in Albania. Gli arresti sono scattati a Morra di Livenza, Cessalto, Eraclea, Musile di Piave, Paese, Ormelle, Ceggia, Mogliano Veneto.
Tutti accusati di associazione a delinquere finalizzato al traffico di droga. Sequestrati beni per circa un milione di euro.
Contestualmente sono scattate numerose perquisizioni domiciliari nelle provincie di Treviso, Venezia, Monza e Ravenna.
Le indagini, iniziate nel 2020, hanno portato all’arresto di 17 corrieri e al sequestro di cocaina, eroina, hashish e marijuana per oltre 420 chilogrammi, pari ad oltre 34 milioni di euro, nonché di denaro contante per quasi un milione.
Sono 65 i soggetti finiti nel registro degli indagati, quasi tutti di nazionalità albanese, che gestivano un traffico di droga proveniente dall’Olanda, attraverso la Germania e Albania destinato in Italia. A capo della banda criminale, una famiglia albanese, padre, madre e figlio, residenti a Ponte di Piave.
La Guardia di Finanza, in questi tre anni di indagini ha seguito, tracciato e ricostruito minuziosamente gli spostamenti dei trafficanti albanesi che trasportavano denaro contante e droga in doppifondi realizzati in automezzi che facevano la spola tra Italia, Germania e Albania e avevano due basi logistiche ad Eraclea e Musile di Piave dove veniva stoccato lo stupefacente.
L’organizzazione si avvaleva per comunicare di smartphone criptati di provenienza albanese. Tramite questo sistema i criminali erano in gradi di gestire gli ordini che provenivano dal sud Italia.
Lo SCICO è risalito anche ad una società elvetica esercente l’attività di produzione di canapa, intestata alla moglie del 54enne albanese residente a Ponte di Piave, oltre a 7 beni immobili e diverse autovetture di pregio, tutti finiti sotto sequestro.